“La vocazione di Matteo” di Jan Sanders Van Hemessen, realizzato nel 1536 e conservato all’Alte Pinakothek di Monaco, è un esempio eccezionale dell’interazione tra denaro e spiritualità nell’arte rinascimentale. Quest’opera si focalizza sulla gestione del denaro, trasportando lo spettatore in un tipico ufficio di cambio dell’epoca, per poi trasformare l’intera scena in un momento di redenzione e chiamata divina.
Il denaro e il mondo secolare dell’Ufficio di Cambio
L’opera di Van Hemessen inizialmente rappresenta una scena secolare ambientata in un ufficio di cambio. Questo ambiente dettagliato, colmo di oggetti preziosi, monete e registri contabili, simboleggia il mondo del commercio e della finanza, dove il denaro regna sovrano. L’attenzione dell’artista per i beni materiali e i documenti di scambio riflette un’epoca in cui il denaro assumeva un ruolo sempre più centrale nella società europea. Sul tavolo sono in mostra denaro e oggetti di valore, mentre sullo sfondo appaiono scaffali carichi di libri e documenti – simboli di controllo e gestione finanziaria. L’importanza del denaro in questa scena è sia pratica che simbolica, rappresentando l’attaccamento al mondo materiale e alle ricchezze terrene, in netto contrasto con il messaggio spirituale che segue.
La trasformazione della scena: la chiamata di Matteo
Successivamente, il dipinto è stato modificato per trasformare questa scena secolare in un momento spirituale cruciale: la vocazione di Matteo. Con l’aggiunta della figura di Cristo sulla destra, che proclama “Sequere me” (Seguimi), l’opera assume un significato completamente diverso. Il denaro, un tempo assoluto protagonista, diventa ora un simbolo di un mondo che Matteo, esattore delle tasse, è chiamato ad abbandonare per seguire una vita di fede e devozione.
Matteo, seduto al tavolo tra denaro e beni materiali, rappresenta l’uomo comune, preoccupato delle questioni economiche e mondane, ma pronto a fare un passo verso la spiritualità e la salvezza alla chiamata di Cristo. Questo contrasto tra ricchezza terrena e invito a una vita spirituale è centrale nel dipinto e mette in evidenza il potere trasformativo della fede.
Il ruolo del denaro nell’opera
Pur rimanendo un elemento prominente del dipinto, il denaro non simboleggia più soltanto la ricchezza materiale. Diventa invece un elemento chiave per comprendere la transizione di Matteo da una vita secolare a una spirituale. Il denaro, che un tempo controllava la vita di Matteo, viene ora messo da parte, simbolo di corruzione e attaccamento alla materialità, mentre la chiamata di Cristo lo spinge a cercare un altro tipo di ricchezza – la ricchezza spirituale.
Van Hemessen utilizza il denaro per creare un potente dualismo: da un lato, esso simboleggia la vita mondana e le tentazioni materiali; dall’altro, funge da catalizzatore per il riconoscimento, da parte di Matteo, della necessità di un cambiamento radicale nella propria vita. Così, pur essendo tangibile, il denaro perde il suo potere su Matteo, che risponde alla chiamata divina.
Il denaro come strumento di redenzione e trasformazione
“La Vocazione di Matteo” di Jan Sanders Van Hemessen non è solo una rappresentazione di un episodio biblico, ma un’analisi profonda del potere del denaro e della sua influenza sulla vita umana. Dominando inizialmente la scena, il denaro è infine oscurato dal potere della fede e dalla chiamata spirituale di Cristo. Attraverso questo dipinto, Van Hemessen esplora il tema della redenzione, illustrando come anche coloro profondamente radicati nel mondo materiale possano essere salvati attraverso la fede.
Il denaro, seppur integrale alla vita quotidiana, è destinato a cedere il passo all’importanza delle scelte spirituali e morali – un messaggio che rende quest’opera particolarmente rilevante nel contesto religioso e sociale del Rinascimento.
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