Realizzato intorno al 1640, “La cacciata dei mercanti dal tempio” di Aniello Falcone, oggi conservato al Museo del Prado di Madrid, è una delle rappresentazioni più celebri dell’episodio biblico in cui Cristo scaccia i mercanti dal tempio. Questo soggetto biblico mette in luce la corruzione e l’avidità legate all’uso improprio del denaro – un tema ricorrente nell’arte sacra – e Falcone lo affronta con un realismo che enfatizza la tensione tra il sacro e il profano.
L’episodio biblico: denaro e corruzione nel tempio
Il racconto evangelico descrive che, entrando nel Tempio di Gerusalemme, Gesù trova cambiavalute e venditori di animali intenti a fare commercio in uno spazio sacro. Indignato per la profanazione del Tempio, Cristo compie un gesto deciso: scaccia i mercanti con una frusta, rovesciando tavoli e spargendo denaro.
“La mia casa sarà chiamata casa di preghiera, ma voi ne avete fatto un covo di ladri” (Matteo 21:12-13), proclama Gesù, condannando il commercio e l’uso del denaro in un luogo destinato alla spiritualità e alla preghiera. Questo episodio simboleggia la corruzione che il denaro può portare persino in uno spazio sacro, rappresentando uno dei momenti più significativi della vita pubblica di Cristo, dove l’avidità umana contrasta nettamente con i principi della fede.
La rappresentazione del denaro in Aniello Falcone
Nel dipinto di Aniello Falcone, il punto focale è Gesù, colto nell’atto di scacciare i cambiavalute e i mercanti. I cambiavalute, simbolo dell’attaccamento ai beni materiali, sono rappresentati mentre si curvano sui loro tavoli, cercando disperatamente di proteggere il denaro che rappresenta il loro profitto e potere.
Qui, il denaro è raffigurato come oggetto di corruzione, simbolo di una spiritualità contaminata dall’avidità. L’atto di Cristo di rovesciare i tavoli e disperdere le monete è una dichiarazione visiva contro l’uso improprio del denaro e contro l’avidità che ha invaso lo spazio sacro del Tempio. Le monete che cadono a terra simboleggiano la vanità e la fragilità dei beni materiali, che Cristo respinge con decisione per riaffermare il valore della fede e della spiritualità.
Il contrasto tra sacro e profano
Falcone costruisce la scena con un forte contrasto tra l’azione autoritaria di Gesù e l’avidità dei mercanti. I venditori di colombe, simboli di sacrificio e purezza, e i cambiavalute sono raffigurati come figure piegate, intente a difendere i loro profitti, creando un’immagine potente che sottolinea la sottomissione dell’umanità al denaro.
Leggi l’Articolo “Christ and the Moneylenders: Money and Corruption in Aniello Falcone’s Work” su The Art Insider